L’alimentazione dei serpenti è molto diversa da quella dei mammiferi, sia come tecnica di ingestione sia come tipologia di alimento. Tutti i serpenti ingeriscono la preda intera senza masticarla.
La dimensione della preda può essere di molto superiore al diametro del serpente per la loro nota capacità di disarticolare la mandibola nell’atto dell’ingestione e per la flessibilità del loro corpo. I serpenti hanno la capacità di aprire la bocca a 160°. Le due emi-mandibole non sono fuse, ma connesse da un legamento elastico; possono quindi muoversi indipendentemente l’una dall’altra per ingerire la preda. Inoltre le mandibole si connettono al cranio con una doppia articolazione per la presenza dell’osso quadrato. I denti degli ofidi si rimpiazzano una volta caduti.
Molti serpenti presentano superiormente due file di denti, una attaccata alle ossa mascellari e una alle ossa palatine.
La maggior parte dei serpenti non velenosi hanno una dentizione semplice costituita da denti ricurvi (come la maggior parte dei boidi e dei colubridi). Questi denti non sono canalicolati né solcati e vengono detti aglifi.
Nei serpenti velenosi della famiglia dei colubridi si trovano denti veleniferi collocati posteriormente (es. genere Boiga). Tali denti vengono detti opistoglifi.
I denti veleniferi anteriori possono essere fissi come nei cobra e nei mamba e sono detti proteroglifi (presentano una scanalatura che serve a veicolare il veleno).
I denti solenoglifi sono denti veleniferi a perno e canalicolati. Si presentano ripiegati all’indietro lungo il palato quando la bocca è chiusa. Quando la bocca viene aperta per mordere si raddrizzano; presentano un canale interno attraverso cui viene iniettato il veleno. Dietro ai denti principali sono presenti altri denti di rimpiazzo che li sostituiscono se vengono persi. Si trovano in vipere, aspidi e crotali.
Un animale per riprodurre deve avere un buono stato di nutrizione e riserve corporee di grasso perché durante la riproduzione non mangerà a sufficienza.
I maschi di molte specie non mangiano per molti mesi quando sono eccitati dalla presenza delle femmine e questo è causa frequente di deperimento e morte.
Le femmine una volta che il prodotto del concepimento (uova o piccoli) iniziano a crescere nel loro addome occupando spazio smettono di mangiare o mangiano solo prede molto piccole.
Oggi in commercio sono di facile reperibilità topi e ratti di diversa età e dimensioni congelati e venduti in sacchetti. Possono essere conservati in congelatori e scongelati all’occorrenza per nutrire i propri serpenti.
Lo scongelamento deve essere lento per non perdere proprietà nutrizionali della preda e le prede possono essere integrate con vitamine e minerali prima di fornirle agli animali.
Alcuni allevatori preferiscono allevare e nutrire loro le prede che forniranno ai propri riproduttori per curare molto la alimentazione e la salute dei roditori.
Le prede vive sono spesso l’unica soluzione per soggetti anoressici o disoressici perché stimolano maggiormente l’appetito e l’aggressività predatoria.
A volte infatti la preda che resta a lungo con ili serpente anoressico arriva lei stessa a morderlo con il rischio di lesioni gravi.
Serpenti arboricoli che in natura mangiano uccelli e loro uova vanni alimentati con animali “da penna”. Di solito si usano pulcini per le taglie inferiori e quaglie e piccioni per le taglie più grandi. Alcuni serpenti gradiscono le uova di quaglia e di gallina che rappresentano in cibo molto nutriente.
Serpenti che vivono in corsi d’acqua come le Anaconda hanno bisogno di assumere pesce (trote, carpe, ecc.) alternato a roditori.
I baby di serpente mangiano insetti in quasi tutte le specie. Amano grilli, cavallette, piccole lucertole e camole e tarme. In commercio spesso vengono usati sauri del genere anolis come pasto per le specie difficili.
Per i soggetti che rifiutano il pasto può essere utile forzare l’alimentazione con code e zampe di topo che rappresentano un pasto completo e di facile digestione.