Nutrire i rettili richiede una ampia conoscenza del loro modo di alimentarsi in natura. Errori alimentari sono spesso alla base di molte malattie comunemente riscontrate in medicina erpetologica.
I rettili che ricercano il cibo in maniera attiva necessitano di un apporto calorico maggior rispetto ai predatori da imboscata, che attendono la preda fermi nella loro postazione. Nelle specie cacciatori per imboscata capita spesso di osservare obesità e malattie connesse a questa condizione.
Gli erbivori stretti possono subire importanti danni al loro metabolismo se alimentati regolarmente con proteine di origine animale o prodotti industriali non adatti ai loro fabbisogni.
Nel fornire prede decongelate bisogna sempre considerare le vitamine perso durante il processo di congelamento e scongelamento. Questo è ancor più vero nel caso di rettili piscivori ai quali venga fornito pesce decongelato. In commercio sono disponibili integratori specifici per ogni genere di rettili e per ogni esigenza, è importante consigliarne l’utilizzo.
Per i rettili insettivori è importante ricordare che gli insetti da pasto vanno nutriti prima di essere somministrati, per aumentarne il valore biologico.
In linea generale ed a maggior ragione per animali di così recente “domesticazione” come i rettili, la dieta migliore è sempre quella più simile a quella che avrebbero in natura.
La ricerca del cibo da parte dei rettili avviene sfruttando diverse abilità. Per localizzare il cibo possono essere usati: la vista, il tatto, la localizzazione acustica, la sensibilità chimica (chemocettori) o termica (fossette termiche labiali dei Pitoni). Se possibile anche in cattività andrebbe promossa la localizzazione della preda in modo fisiologico per la specie in questione.
